Feb 01
B. Luigi Variara, missionario S.D.B. e fondatore (1875-1923)

Luigi Variara nasce il 15 gennaio 1875 a Viarigi (Asti). Nel 1856 vi era stato Don Bosco per predicare una missione. E fu a Don Bosco che il papà affidò il suo figliuolo conducendolo a Valdocco il 1° ottobre 1887. Il Santo morirà quattro mesi dopo ma la conoscenza che Luigi ne fece fu sufficiente a segnarlo per tutta la vita. Così egli stesso ricorda l'evento: «Eravamo nella stagione invernale e un pomeriggio stavamo giocando nell'ampio cortile dell'Oratorio, quando all'improvviso si intese gridare da una parte all'altra: Don Bosco, Don Bosco! Mi avvicinai più che potei e nel momento in cui lo aiutavano a salire sulla carrozza, mi rivolse un dolce sguardo, e i suoi occhi si posarono attentamente su di me. Non so ciò che provai in quel momento... ero sicuro d'aver conosciuto un Santo, e che quel Santo aveva letto nella mia anima qualcosa che solo Dio e lui potevano sapere».


Chiese di farsi salesiano: entrò in noviziato il 17 agosto 1891 e lo concluse il 2 ottobre 1892 con i voti perpetui nelle mani del 1° successore di Don Bosco, il Beato Michele Rua, il quale gli sussurrò all'orecchio: «Variara, non variare». 
Fece gli studi di Filosofia a Valsalice dove conobbe il Venerabile Don Andrea Beltrami. Qui nel 1894 vi passò Don Unia, il celebre missionario che da poco aveva cominciato a lavorare tra i lebbrosi di Agua de Dios. «Quale non fu il mio stupore e la mia gioia - racconta lo stesso Don Variara - quando, tra i 188 compagni che avevano la stessa aspirazione, fissando il suo sguardo su di me, disse: "Questo è mio"».
Giunse ad Agua de Dios il 6 agosto 1894. Il lazzaretto comprendeva 2000 abitanti di cui 800 lebbrosi. Immersosi totalmente nella sua missione e dotato di capacità musicali, organizzò una banda che creò subito un clima di festa nella «città del dolore».


Il 24 aprile1898 fu ordinato sacerdote e si rivelò presto un ottimo direttore spirituale. Fra le sue penitenti c'erano anche i membri dell'Associazione delle Figlie di Maria, un gruppo di circa 200 ragazze di cui molte lebbrose. Il giovane sacerdote scoprì che non poche di loro volentieri si sarebbero consacrate al Signore. Ma ciò era considerato un sogno irrealizzabile perché nessuna Congregazione accettava una lebbrosa o anche solo una figlia di lebbrosi.
Fu davanti a questa constatazione che nacque in lui la prima idea di giovani consacrate anche se lebbrose. 


La Congregazione delle «Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria» ebbe inizio il 7 maggio 1905. Oggi conta 404 membri presenti in dieci nazioni.
Egli si sentiva sempre più entusiasta della sua missione. Scriveva: «Mai mi son sentito contento di essere Salesiano come quest'anno e benedico il Signore per avermi mandato in questo lazzaretto, dove ho imparato a non lasciarmi rubare il cielo». Erano trascorsi dieci anni da quando era giunto ad Agua de Dios. Un decennio felice e ricco di realizzazioni. Tra queste l'ultimazione dell'Asilo 'Don Michele Unia' che nonostante i ritardi creati dalla guerra dei 1000 giorni, venne inaugurato il 7 maggio 1905. 


Ora però si apriva un periodo di sofferenze e di incomprensioni per il generoso missionario. Questo periodo durerà 18 anni, ossia fino alla morte. Fu costretto ad allontanarsi da Agua de Dios; Mosquera, Contrataciòn, Bogotà, Barranquilla...furono i vari luoghi assegnatigli dall'obbedienza. 
Nel 1921 fu trasferito a Tàriba, una cittadina venezuelana sul confine della Colombia. Quando vi giunse, la salute cominciò a deteriorarsi in modo preoccupante. Il medico consigliò, per motivi climatici, di portarlo a Cùcuta in Colombia. Vi si recò ma le condizioni fisiche precipitarono in breve tempo. 
Muore il 1° febbraio 1923; fu sepolto a Cùcuta. 
Nel 1932 la salma fu trasportata nella Cappella delle sue Figlie ad Agua de Dios, dove tuttora riposa.


Luigi Variara è stato proclamato Beato il 14 aprile 2002, a Roma, insieme ad altri cinque Servi di Dio: Gaetano Errico e Lodovico Pavoni, presbiteri; Artemide Zatti, religioso; María Romero Meneses e María del Tránsito de Iesús Sacramentado, vergini, da San Giovanni Paolo II (Omelia del Santo Padre).


Source: Evangelizo.org