
Jul 03
PAROLE DEL SANTO PAPA SAN GIOVANNI PAOLO II (Jn 20,24-29)

… Si sa perché Tommaso si è opposto. Perché non ha voluto accettare la verità sulla risurrezione. In questo non era differente dagli altri apostoli. Essi avevano analoghe difficoltà.(...) Tommaso non era con loro, quando per la prima volta Cristo venne nel Cenacolo. Per questo la sua riserva. La sua “incredulità”. Ha chiesto una prova. La stessa prova che avevano già avuto gli altri. Non gli bastavano le loro parole e le loro informazioni. Voleva convincersi personalmente. Voleva vedere con i propri occhi. Voleva toccare. Ed ha ottenuto quello che ha chiesto. La sua “incredulità” è diventata in un certo senso una prova supplementare. (…) Proprio perché si opponeva alla notizia sulla risurrezione, ha contribuito, indirettamente, a far sì che la notizia acquistasse ancora maggiore certezza. Tommaso “incredulo” è diventato, in un certo modo, singolare portavoce della certezza della Risurrezione. Come afferma San Gregorio Magno “L’incredulità di Tommaso ha giovato a noi molto di più, riguardo alla fede, che non la fede degli altri discepoli. Mentre infatti Tommaso viene ricondotto alla fede col tatto, la nostra mente viene consolidata nella fede col superamento di ogni dubbio. Così il discepolo, che ha dubitato e toccato, è divenuto testimone della realtà della risurrezione” (S. Gregorio Magno, XL Homiliarum in Evangelia, lib. II, Homil. 26,7; PL 76,1201). (San Giovanni Paolo II - Regina Caeli, 22 aprile 1979)