Il 14 aprile 1931 fu proclamata la Seconda Repubblica Spagnola, contestualmente alla partenza per l'esilio di re Alfonso XIII di Borbone (1886-1941). In tale circostanza la Chiesa, con Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939), aveva invitato i cattolici alla collaborazione con il nuovo governo, nell'interesse della Spagna.
Tuttavia, appena un mese dopo la proclamazione della Repubblica, iniziò una forte ondata di anticlericalismo, con i primi atti di violenza nei confronti di religiosi e laici, a causa del malcontento verso l'appoggio dato dalla Chiesa spagnola ai ceti dominanti. La violenza colpì però indiscriminatamente anche molte persone estranee alle vicende politiche.
Con la vittoria del Fronte Popolare, formato da socialisti, comunisti e antifascisti, le violenze si intensificarono tra il 18 luglio 1936 e il 1° aprile 1939 dando origine ad una vera e propria persecuzione religiosa, che portò alla distruzione del 70% delle chiese spagnole e all'uccisione di quasi diecimila persone, tra le quali: 12 vescovi, 4184 sacerdoti e seminaristi, 2365 religiosi, 283 religiose. Questi martiri furono uccisi a causa della loro Fede e nei quali la Chiesa ha ritenuto di individuare gli elementi caratteristici del martirio cristiano. Alcuni sono stati canonizzati, molti beatificati: la maggior parte nel 2001 (233) e nel 2007 (498).
Il 25 ottobre 1992 San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyta, 1978-2005) ha beatificato un gruppo di 71 martiri dell'Ordine degli Ospedalieri di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) composto da 2 sacerdoti :
1) Braulio María (Pablo) Corres Díaz de Cerio,
2) Federico (Carlos) Rubio Alvarez e 69 Compagni.
Tutti facevano parte di diverse comunità della Catalogna e della zona centrale della Spagna, condividendo la vita comunitaria e la cura dei malati.
Questo gruppo di 71 martiri ha ricevuto la palma del martirio in date comprese tra il 25 luglio e il 14 dicembre 1936. Gli eventi si sono svolti in diverse città della Catalogna, Valencia, Madrid e Toledo :
Braulio María (Pablo) Corres Díaz de Cerio, nasce a Torralba del Río (Navarra) il 26 giugno 1897. A tredici anni entrò nella Scuola Apostolica di Ciempozuelos dove ebbe, come direttore spirituale, P. Juan Jesús Adradas Gonzalo, anche lui martire. Fu ordinato sacerdote il 15 aprile 1922; nel 1931 fu trasferito a Calafell (Catalogna) dove fu maestro dei novizi e Consigliere Provinciale e dove aveva assistito al sequestro del sanatorio in città da parte dei miliziani.
Nel 1936, vedendo la gravità degli eventi che stavano vivendo, pensò di mandare i suoi novizi a Marsiglia (Francia), cominciò, perciò, a prepararli con atti di espiazione, preghiere e visite al SS. Sacramento. Il 30 luglio,P. Braulio María, prima di distribuire la comunione, "parlò dell'amore di Dio e del martirio, li incoraggiò ad essere felici di versare il loro sangue per Cristo e chiese, infine, perdono per i suoi errori". Lasciarono l'ospedale per dirigersi alla stazione di Calafell ma furono intercettati, arrestati e caricati su un camion. Disse, allora, ai suoi novizi: "Ci portano alla morte, vi do l'assoluzione", esortandoli a perdonare i loro assassini. Furono fucilati.
Federico (Carlos) Rubio Alvarez nasce il 3 dicembre 1862 a Benavides de Órbigo (Léon). Entrò nell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio quando aveva 19 anni e fu ordinato sacerdote il 12 febbraio 1899. Fu Superiore a Gibilterra, Granada e San Rafael del Río (Valencia), maestro dei novizi, Provinciale di Spagna, direttore spirituale a Ciempozuelos e a Talavera de la Reina (Toledo), dove, all'età di settantaquattro anni, il 25 luglio 1936, subì il martirio.
Eccelleva nella sua devozione alla SS. Trinità, alla Sacra Famiglia, a Nostra Signora del Sacro Cuore e la sua assoluta fiducia alla Divina Provvidenza. Era ingenuo e lo dimostrò fino alla fine. Quando fu arrestato gli ordinarono di vestirsi in abiti civili ma rifiutò dicendo che era prete e che doveva vestirsi come tale: questo irritò i carcerieri che lo fischiarono e insultarono. Nel tribunale dichiarò: "Mi chiamo Federico e sono un sacerdote, e poiché non so quanto tempo resterò qui, ho portato delle ostie nel caso che riesca a celebrare"; così dicendo, mostrò una scatoletta che aveva in una tasca. Quelli che lo circondavano, innervositi, gli fracassarono la testa con i proiettili. Quando fu riesumato, sui suoi resti c'era ancora lo Scapolare della Madonna del Carmine.
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