La piccola Sabeth, come la chiamava chi la conosceva, aveva un temperamento fin troppo vivace. Dopo aver ricevuto la prima comunione nel 1891, si fece più moderata ed aperta al rapporto con Dio (soprattutto con la Trinità) e con il mondo. Cominciò a prestare servizio nel coro parrocchiale e a fare gesti di carità concreta, quale l'assistenza ai malati e insegnare il catechismo ai bambini che lavoravano in fabbrica.
Presto Elisabeth, nonostante la forte opposizione materna e rifiutando numerose proposte di matrimonio, seguì la vocazione che la invitava ad entrare fra le Carmelitane scalze, nel monastero che si trovava a duecento metri dalla sua abitazione a Digione.
Elizabeth entrò nel Carmelo di Digione il 2 agosto 1901, prendendo il nome di Elisabeth de la Trinité. Disse: "Trovo il Signore ovunque, tanto facendo il bucato quanto raccolta in preghiera".
Come in tutte le esperienze di spiritualità, momenti di grande fervore si alternavano a periodi di estrema aridità. Elisabetta nei suoi scritti tenne un resoconto della sua articolata situazione spirituale.
Alla fine della sua vita incominciò a riferirsi a sé stessa come Laudem Gloriæ ("Lode di gloria"); la dolce Sabeth voleva essere una continua lode di gloria per il Signore. Questo nuovo nome che si era data era legato al rapporto che lei stessa aveva instaurato con San Paolo, sua guida illuminatrice sulle strade del Signore.
Soleva dire: "Io penso che in Paradiso la mia missione sarà di condurre le anime oltre se stesse, al fine di slanciarsi a Dio con un movimento semplice d'amore, e di mantenerle in quel fertile silenzio che permette a Dio di comunicare Se stesso a loro e di trasformarle in Lui."
Elisabeth de la Trinité muore, colpita dal morbo di Addison (insufficienza corticosurrenale cronica), che all'inizio del XX secolo non era ancora curabile. Benché la sua morte fosse sicura, Elisabeth non si scoraggiò, anzi, accettò di buon grado quello che - diceva lei - era un "grande dono".
Il 9 novembre 1906, all'età di ventisei anni, dopo 9 giorni di agonia, lasciò la terra per volare in Cielo dove l'attendeva il suo Sposo. Le sue ultime parole furono: "Vado verso la Luce, l'Amore, la Vita!"
Elisabeth de la Trinité Catez è stata proclamata beata il 25 novembre 1984 da San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyta, 1978-2005).
Canonizzata domenica 16 ottobre 2016 in piazza San Pietro da Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, 2013-), insieme ad altri sei Beati: José Luis Sánchez del Río (1913-1928), laico messicano, martire a 14 anni durante la rivolta dei "cristeros"; José Gabriel del Rosario Brochero (1840-1914), sacerdote argentino, noto come il "prete gaucho"; Lodovico Pavoni (1784-1849), sacerdote bresciano, fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata; Alfonso Maria Fusco (1839-1910), sacerdote salernitano, fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista; Salomon Leclercq (1745-1792), religioso Lasalliano, martire durante la Rivoluzione francese; Manuel Gonzalez García (1877-1940), vescovo di Palencia (Spagna), fondatore dell'Unione Eucaristica Riparatrice e della Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth.
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