Andrea, al secolo Lancellotto, nasce nel 1521 a Castronuovo (poi Castronuovo di Sant'Andrea, in provincia di Potenza), da Giovanni Avellino e da Margherita Appella.
L'ambiente familiare degli Avellino, più che dai conforti di una condizione agiata, era creato dalle qualità umane e cristiane dei due coniugi e si prestava bene ad accogliere, doni di Dio, i due figli (il secondogenito, Nicola - Antonio, nacque alcuni anni dopo) e a garantire loro una sicura e adeguata educazione.
Educatori e consiglieri di Lancellotto, dalla fanciullezza alla prima giovinezza, furono la madre e lo zio don Cesare Appella, arciprete di Castronuovo.
Il ragazzo era dotato di intelligenza sveglia e perspicace, volontà docile, generosa e decisa, sensibilità viva, fantasia fervida; fisico sano, forte e bello.
Nel 1532, poiché a Castronuovo non c'erano scuole, Lancellotto si trasferì a Senise, cittadina distante 15 km, dove rimase 4 anni e studiò lettere classiche, matematica, musica.
Il 17 agosto1537 fu consacrato suddiacono e, per quattro anni aiutò lo zio arciprete nell'opera di catechesi della parrocchia.
Fu ordinato sacerdote fra il 1545 e 1546. Nell'ottobre 1547 si trasferì a Napoli per conseguire la laurea "in utroque iure" (diritto civile e diritto canonico).
Nel 1548 fece la conoscenza del gesuita spagnolo P. Diego Lainez: la frequentazione degli esercizi spirituali tenuti da questo sacerdote provocarono, in Lancellotto, un profondo cambiamento nel modo di pensare.
Nel 1551 venne incaricato di riformare i costumi del monastero di S. Arcangelo a Baiano (NA).
Qui avvenne un vero e proprio scandalo, tanto che don Lancellotto, padre spirituale del convento, fu costretto, dietro consiglio dell'arcivescovo Paolo Burali, alla soppressione immediata del convento e al trasferimento delle monache al vicino convento di S. Gregorio Armeno. Da qualche tempo, infatti, alcune monache, perdendo ogni iniziale pudore, erano preda di irrefrenabili turbamenti, tanto da indurle a vere e proprie orge.
Il 14 agosto 1556 entrò come postulante presso i teatini di S. Paolo Maggiore di Napoli; il 30 novembre dello stesso anno vestì l'abito di novizio, prendendo il nome di Andrea; il 25 gennaio 1558 prese i voti. Dal 1560 al 1570 fu maestro dei novizi; fu molto apprezzato come confessore.
Nell'aprile 1567 don Andrea Avellino venne nominato Preposto di S. Paolo Maggiore. Ricoprì tale carica in varie riprese nei successivi dieci anni, anche a Piacenza e a Milano. E, inoltre, fu visitatore della Provincia lombarda (1573-1577) e della Provincia romana-campana (1590-1591).
Per compiere bene i compiti di governo si era proposto l'osservanza delle seguenti regole:
1) agire secondo il detto della sapienza: con fermezza e con dolcezza;
2) imitare il Signore che prima insegnò con l'esempio e poi con la parola;
3) tener presente il monito di S. Bernardo ai prepositi: "vedano tutto, dissimulino molto, correggano poco";
4) valutare la buona volontà dei confratelli, apprezzare il loro operato e farlo conoscere, perché sia di esempio e di sprone agli altri.
Don Andrea era convinto che più che il rimprovero e la severità fossero il bene e l'incoraggiamento che producono e stimolano il miglioramento della persona.
Gli ultimi anni della vita di don Andrea Avellino furono contrassegnati da un crescente espandersi della sua carità: accorreva ovunque fosse chiamato. D'inverno capitava di dover percorrere strade fangose; a chi gli faceva notare i fastidi rispondeva: "Questi piedi che per servire il Signore faticano camminando nel fango, un giorno calpesteranno le stelle".
Il 10 novembre 1608, mentre nella chiesa di S. Paolo Maggiore si accingeva a celebrare la Messa, fu colto da un attacco di apoplessia ai piedi dell'altare; muore contemplando una celeste visione, la sera dello stesso giorno.
La causa di beatificazione, ebbe inizio nel dicembre del 1614 e procedette celermente.
Don Andrea Avellino fu beatificato da Pp Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644) il 14 ottobre 1624 e iscritto nell'albo dei Santi, il 22 maggio 1712, da Pp Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, 1700-1721).
S. Andrea Avellino è invocato dai fedeli contro la morte improvvisa.
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