Apr 09
B. Celestina Faron, suora e martire (1913-1944)

Celestina Faron, al secolo Katarzyna Celestyna Faron, nasce il 24 aprile 1913 nella città polacca di Zabrzez. 


Entrò fra le Suore Ancelle dell'Immacolata Concezione e divenne superiora della comunità di Brzozow. Con l'avvento del regime nazista, la religiosa aveva offerto la sua vita per la conversione di un sacerdote. Arrestata dalla Gestapo, fu condannata ai lavori forzati nel lager di Auschwitz. Affrontò eroicamente le sofferenze, morendo in seguito alle numerose torture subite il giorno di Pasqua 9 aprile 1944, all'età di 31 anni.


 


San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyta, 1978-2005), il 13 giugno 1999, durante il suo settimo viaggio apostolico in Polonia, beatificò, a Varsavia, ben 108 vittime della medesima persecuzione nazista, tra le quali la Beata Katarzyna Celestyna Faron, che viene dunque commemorata dal "Martyrologium Romanum" in data odierna. In quell'occasione fu beatificato anche il fondatore della congregazione di appartenenza di Suor Celestina, il laico Edmund Bojanowski. 


 


L'odio razziale operato dal nazismo, provocò più di cinque milioni di vittime tra la popolazione civile polacca, fra cui molti religiosi, sacerdoti, vescovi e laici impegnati cattolici.


 


Fra tutti si è potuto, in base alle notizie raccolte ed alle testimonianze, istruire vari processi per la beatificazione di 108 martiri, il primo processo fu aperto il 26 gennaio 1992 dal vescovo di Wloclawek, dove il maggior numero delle vittime subì il martirio; in questo processo confluirono poi altri e il numero dei Servi di Dio, inizialmente di 92 arrivò man mano a 108.


 


Il numeroso gruppo di martiri è composto da quattro gruppi principali, distinti secondo gli stati di vita: vescovi, clero diocesano, famiglie religiose maschili e femminili e laici; appartennero a 18 diocesi, all'Ordinariato Militare ed a 22 Famiglie religiose.


 


Tre sono vescovi, 52 sono sacerdoti diocesani, 3 seminaristi, 26 sacerdoti religiosi, 7 fratelli professi, 8 religiose, 9 laici. Subirono torture, maltrattamenti, imprigionati, quasi tutti finirono i loro giorni nei campi di concentramento, tristemente famosi di Dachau, Auschwitz, Sutthof, Ravensbrück, Sachsenhausen; subirono a seconda dei casi, la camera a gas, la decapitazione, la fucilazione, l'impiccagione o massacrati di botte dalle guardie dei campi. 


 


La loro celebrazione religiosa è singola, secondo il giorno della morte ("dies natalis") di ognuno; oggi ricorre appunto quella della Beata Katarzyna Celestyna Faron.


 


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